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Genesi
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(Testo CEI74)

38
Storia di Giuda e di Tamar

In quel tempo Giuda si separò dai suoi fratelli e si stabilì presso un uomo di Adullam, di nome Chira. Qui Giuda vide la figlia di un Cananeo chiamato Sua, la prese in moglie e si unì a lei. Essa concepì e partorì un figlio e lo chiamò Er. Poi concepì ancora e partorì un figlio e lo chiamò Onan. Ancora un'altra volta partorì un figlio e lo chiamò Sela. Essa si trovava in Chezib, quando lo partorì.

Giuda prese una moglie per il suo primogenito Er, la quale si chiamava Tamar. Ma Er, primogenito di Giuda, si rese odioso al Signore e il Signore lo fece morire. Allora Giuda disse a Onan: «Unisciti alla moglie del fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità per il fratello». Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare una posterità al fratello. Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui. Allora Giuda disse alla nuora Tamar: «Ritorna a casa da tuo padre come vedova fin quando il mio figlio Sela sarà cresciuto». Perché pensava: «Che non muoia anche questo come i suoi fratelli!». Così Tamar se ne andò e ritornò alla casa del padre.

Passarono molti giorni e morì la figlia di Sua, moglie di Giuda. Quando Giuda ebbe finito il lutto, andò a Timna da quelli che tosavano il suo gregge e con lui vi era Chira, il suo amico di Adullam. Fu portata a Tamar questa notizia: «Ecco, tuo suocero va a Timna per la tosatura del suo gregge». Allora Tamar si tolse gli abiti vedovili, si coprì con il velo e se lo avvolse intorno, poi si pose a sedere all'ingresso di Enaim, che è sulla strada verso Timna. Aveva visto infatti che Sela era ormai cresciuto, ma che lei non gli era stata data in moglie. Giuda la vide e la credette una prostituta, perché essa si era coperta la faccia. Egli si diresse su quella strada verso di lei e disse: «Lascia che io venga con te!». Non sapeva infatti che quella fosse la sua nuora. Essa disse: «Che mi darai per venire con me?». Rispose: «Io ti manderò un capretto del gregge». Essa riprese: «Mi dai un pegno fin quando me lo avrai mandato?». Egli disse: «Qual è il pegno che ti devo dare?». Rispose: «Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano». Allora glieli diede e le si unì. Essa concepì da lui. Poi si alzò e se ne andò; si tolse il velo e rivestì gli abiti vedovili. Giuda mandò il capretto per mezzo del suo amico di Adullam, per riprendere il pegno dalle mani di quella donna, ma quegli non la trovò. Domandò agli uomini di quel luogo: «Dov'è quella prostituta che stava in Enaim sulla strada?». Ma risposero: «Non c'è stata qui nessuna prostituta». Così tornò da Giuda e disse: «Non l'ho trovata; anche gli uomini di quel luogo dicevano: Non c'è stata qui nessuna prostituta». Allora Giuda disse: «Se li tenga! Altrimenti ci esponiamo agli scherni. Vedi che le ho mandato questo capretto, ma tu non l'hai trovata».

Circa tre mesi dopo, fu portata a Giuda questa notizia: «Tamar, la tua nuora, si è prostituita e anzi è incinta a causa della prostituzione». Giuda disse: «Conducetela fuori e sia bruciata!». Essa veniva gia condotta fuori, quando mandò a dire al suocero: «Dell'uomo a cui appartengono questi oggetti io sono incinta». E aggiunse: «Riscontra, dunque, di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone». Giuda li riconobbe e disse: «Essa è più giusta di me, perché io non l'ho data a mio figlio Sela». E non ebbe più rapporti con lei.

Quand'essa fu giunta al momento di partorire, ecco aveva nel grembo due gemelli. Durante il parto, uno di essi mise fuori una mano e la levatrice prese un filo scarlatto e lo legò attorno a quella mano, dicendo: «Questi è uscito per primo». Ma, quando questi ritirò la mano, ecco uscì suo fratello. Allora essa disse: «Come ti sei aperta una breccia?» e lo si chiamò Perez. Poi uscì suo fratello, che aveva il filo scarlatto alla mano, e lo si chiamò Zerach.

(Testo TILC)

38
La storia di Giuda e di Tamar

In quel tempo Giuda si separò dai suoi fratelli e andò ad abitare da un uomo di Adullam, che si chiamava Chira. Qui Giuda vide una figlia di un tale di nome Sua, cananeo, la prese per moglie e si unì a lei. Essa rimase incinta e diede alla luce un figlio che Giuda chiamò Er. Poi rimase di nuovo incinta e partorì un figlio che fu chiamato Onan. Poi diede ancora alla luce un altro figlio, che chiamò Sela. Giuda si trovava a Chezib quando nacque Sela.
Giuda, per il suo primogenito Er, scelse una moglie che si chiamava Tamar. Ma Er, primogenito di Giuda, non si comportava bene dinanzi al Signore, e il Signore lo fece morire. Allora Giuda disse a Onan: 'Unisciti alla moglie di tuo fratello, compi verso di lei il tuo dovere di cognato e fa' nascere una discendenza per tuo fratello'.
Onan sapeva che se fosse nato un figlio non sarebbe stato suo. Perciò ogni volta che aveva un rapporto con sua cognata disperdeva per terra il seme e così impediva il concepimento e non dava una discendenza al fratello. Questo suo modo di fare non piacque al Signore che fece morire anche lui.
Allora Giuda disse a Tamar, sua nuora:
'Torna alla casa di tuo padre e resta vedova finché mio figlio Sela sarà cresciuto'.
Diceva così perché temeva che anche Sela dovesse morire. Tamar ritornò alla casa di suo padre.
Dopo molto tempo morì la moglie di Giuda, figlia di Sua. Terminato il lutto, Giuda, con il suo amico Chira l'Adullamita, andò a Timna da quelli che tosavano le sue pecore. Tamar ne fu informata. Le dissero: 'Tuo suocero si reca a Timna per la tosatura delle sue pecore'.
Tamar aveva visto che Sela era cresciuto, ma che lei non gli era stata data in moglie. Allora essa si tolse gli abiti da vedova, si vestì di un velo nel quale si avvolse completamente e si mise seduta all'ingresso del territorio di Enaim, che si trova sulla via che porta a Timna.
Giuda la vide e pensò che fosse una prostituta perché aveva la faccia coperta dal velo. Non sapeva che fosse sua nuora. Si avvicinò a lei e le disse:
- Permettimi di venire con te.
- Che cosa mi darai per venire con me? - gli rispose Tamar.
Ti manderò un capretto del mio gregge, - le promise Giuda.
- Però mi lascerai un pegno finché tu non me lo avrai mandato, - ella disse.
Lui le rispose:
- Che pegno ti devo dare?
E lei:
- Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano.
Giuda glieli diede e si unì a lei che rimase incinta.
Poi Tamar se ne andò. Si tolse il velo e si rimise i vestiti da vedova.
Più tardi Giuda mandò il suo amico adullamita a portare il capretto e a riprendere il pegno dato a quella donna. Ma egli non la trovò! Domandò agli uomini del luogo dove essa abitava:
- Dov'è quella prostituta che stava a Enaim, sulla strada?
- Lì non c'è mai stata alcuna prostituta - risposero.
Egli tornò da Giuda e gli disse:
- Non l'ho trovata! E per di più la gente di quel luogo mi ha assicurato che lì non c'è mai stata una prostituta.
Allora Giuda disse:
- Si tenga pure il pegno, altrimenti qualcuno riderà di noi. Io, il capretto gliel'ho mandato davvero, ma tu non l'hai trovata!
Circa tre mesi dopo qualcuno disse a Giuda:
- Tamar, tua nuora, si è prostituita ed è rimasta incinta.
Allora Giuda disse:
- Portatela fuori e che sia bruciata viva. La stavano portando fuori quando essa mandò a dire a suo suocero:
- Sono incinta dell'uomo al quale appartengono questi oggetti. Guarda bene! - aggiunse: - a chi appartengono questo sigillo, questo cordone e questo bastone?
Giuda li riconobbe ed esclamò:
- Ha ragione lei. Il torto è mio, perché non l'ho data in moglie a mio figlio Sela.
E non ebbe più rapporti con lei. Quando giunse il tempo di partorire ecco che Tamar aveva in grembo due gemelli. Mentre partoriva uno sporse una mano e la levatrice la prese, vi legò un filo rosso e disse: 'Questo è uscito per primo'.
Ma quegli ritirò la mano e uscì prima suo fratello. La levatrice disse: 'Perché ti sei aperto una breccia?'.
Per questo motivo fu chiamato Perez (Breccia).
Poi uscì suo fratello che aveva il filo rosso legato alla mano e fu chiamato Zerach.

(Testo CEI2008)

38
Giuda e Tamar

In quel tempo Giuda si separò dai suoi fratelli e si stabilì presso un uomo di Adullàm, di nome Chira. Qui Giuda notò la figlia di un Cananeo chiamato Sua, la prese in moglie e si unì a lei. Ella concepì e partorì un figlio e lo chiamò Er. Concepì ancora e partorì un figlio e lo chiamò Onan. Ancora un'altra volta partorì un figlio e lo chiamò Sela. Egli si trovava a Chezìb, quando lei lo partorì.
Giuda scelse per il suo primogenito Er una moglie, che si chiamava Tamar. Ma Er, primogenito di Giuda, si rese odioso agli occhi del Signore, e il Signore lo fece morire. Allora Giuda disse a Onan: «Va' con la moglie di tuo fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità a tuo fratello». Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva il seme per terra, per non dare un discendente al fratello. Ciò che egli faceva era male agli occhi del Signore, il quale fece morire anche lui. Allora Giuda disse alla nuora Tamar: «Ritorna a casa da tuo padre, come vedova, fin quando il mio figlio Sela sarà cresciuto». Perché pensava: «Che non muoia anche questo come i suoi fratelli!». Così Tamar se ne andò e ritornò alla casa di suo padre.
Trascorsero molti giorni, e morì la figlia di Sua, moglie di Giuda. Quando Giuda ebbe finito il lutto, si recò a Timna da quelli che tosavano il suo gregge e con lui c'era Chira, il suo amico di Adullàm. La notizia fu data a Tamar: «Ecco, tuo suocero va a Timna per la tosatura del suo gregge». Allora Tamar si tolse gli abiti vedovili, si coprì con il velo e se lo avvolse intorno, poi si pose a sedere all'ingresso di Enàim, che è sulla strada per Timna. Aveva visto infatti che Sela era ormai cresciuto, ma lei non gli era stata data in moglie. Quando Giuda la vide, la prese per una prostituta, perché essa si era coperta la faccia. Egli si diresse su quella strada verso di lei e disse: «Lascia che io venga con te!». Non sapeva infatti che era sua nuora. Ella disse: «Che cosa mi darai per venire con me?». Rispose: «Io ti manderò un capretto del gregge». Ella riprese: «Mi lasci qualcosa in pegno fin quando non me lo avrai mandato?». Egli domandò: «Qual è il pegno che devo dare?». Rispose: «Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano». Allora Giuda glieli diede e si unì a lei. Ella rimase incinta. Poi si alzò e se ne andò; si tolse il velo e riprese gli abiti vedovili. Giuda mandò il capretto per mezzo del suo amico di Adullàm, per riprendere il pegno dalle mani di quella donna, ma quello non la trovò. Domandò agli uomini di quel luogo: «Dov'è quella prostituta che stava a Enàim, sulla strada?». Ma risposero: «Qui non c'è stata alcuna prostituta». Così tornò da Giuda e disse: «Non l'ho trovata; anche gli uomini di quel luogo dicevano: «Qui non c'è stata alcuna prostituta»». Allora Giuda disse: «Si tenga quello che ha! Altrimenti ci esponiamo agli scherni. Ecco: le ho mandato questo capretto, ma tu non l'hai trovata».
Circa tre mesi dopo, fu portata a Giuda questa notizia: «Tamar, tua nuora, si è prostituita e anzi è incinta a causa delle sue prostituzioni». Giuda disse: «Conducetela fuori e sia bruciata!». Mentre veniva condotta fuori, ella mandò a dire al suocero: «Io sono incinta dell'uomo a cui appartengono questi oggetti». E aggiunse: «Per favore, verifica di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone». Giuda li riconobbe e disse: «Lei è più giusta di me: infatti, io non l'ho data a mio figlio Sela». E non ebbe più rapporti con lei.
Quando giunse per lei il momento di partorire, ecco, aveva nel grembo due gemelli. Durante il parto, uno di loro mise fuori una mano e la levatrice prese un filo scarlatto e lo legò attorno a quella mano, dicendo: «Questi è uscito per primo». Ma poi questi ritirò la mano, ed ecco venne alla luce suo fratello. Allora ella esclamò: «Come ti sei aperto una breccia?» e fu chiamato Peres. Poi uscì suo fratello, che aveva il filo scarlatto alla mano, e fu chiamato Zerach.

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